Trasparenza per la centrale idroelettrica sul Brenta

CSM09A Campo San Martino (PD) verrà realizzata una centrale idroelettrica sul fiume Brenta. Visti i dubbi sull’iter procedurale e la mancanza di tutele e di benefici per la comunità e il territorio, nel 2011 si è costituito un Comitato di Vigilanza di oltre 700 cittadini.

Per concorrere alla realizzazione dell’opera presentano domanda quattro ditte, tra cui la ETRA SPA, a totale proprietà pubblica e la ITALY STYLE SRL, l’unica che si impegna, in caso di assegnazione, a versare al comune dal 10 al 13 per cento del ricavo lordo. La Regione Veneto intanto nel dicembre 2009 con un accordo di programma sancisce che sarà la ditta KITALY SRL a costruire la centrale a Campo San Martino, utilizzando la traversa sul fiume Brenta progettata e finanziata in parte dal Genio Civile di Padova.

In agosto 2011 la Commissione Regionale Difesa del Suolo sceglie la KITALY SRL: costruirà un’opera imponente in zona demaniale (P3), a stretto ridosso di un Sito di Interesse Comunitario e Zona a Protezione Speciale facente parte della Rete Natura 2000. Si cambierà sostanzialmente la morfologia dell’alveo, utilizzando un bene comune come l’acqua della Brenta ma niente sarà riconosciuto alle amministrazioni locali per lo sfruttamento del territorio.

Ma per quale motivo la ditta KITALY, prima ancora di sapere se il proprio progetto risultasse vincitore, ha acquistato un terreno funzionale alla costruzione dell’opera? Perché ha vinto una ditta con i soci “nascosti” da fiduciarie? Chi sono questi soci? Per quale motivo la Regione non ha indetto una gara d’appalto sulla base della ditta che offriva di più alla cittadinanza veneta?

Dopo varie lettere alle istituzioni, sit-in, assemblee pubbliche e un Consiglio Comunale straordinario, una delle risposte più sconcertanti è che, sebbene la procedura invoca la pubblica utilità per la realizzazione della traversa ad uso anche della centrale e sebbene la centrale utilizzi un bene pubblico, come il fiume, trattandosi di un progetto completamente privato non è un’opera pubblica ma un’infrastruttura privata che soddisfa un interesse privatistico. Infine che queste scelte vengono ancora effettuate sulla base di un Regio Decreto degli anni Trenta, dove si premia il primo arrivato e non il pubblico interesse.

I politici interessati ed intervenuti sulla questione si sono impegnati per rivedere la normativa, ma finora nulla è stato fatto. Non vogliamo ostacolare la costruzione della Centrale Idroelettrica, ma esigiamo una nuova legislazione che porti ad avere centrali evolute tecnologicamente, con un basso impatto ambientale, che portino benefici nel territorio, prevedendo anche la partecipazione attiva dei cittadini sulle scelte. E’ tempo che la politica si assuma le proprie responsabilità. Campo San Martino deve essere capofila in Veneto per un nuovo modo di progettare il futuro energetico della nostra Regione.

Per informazioni contattaci a comitatocentralecsm@gmail.com

Comitato Centrale Campo San Martino. A cura della Redazione di Ecopolis

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