Prato della Valle: il nuovo Piano non è all’altezza

foro boario prato della valleDopo la revoca del “Piano Crotti”, è stato approvato il Nuovo Piano Particolareggiato: ma è decisamente deludente.

L’immenso parcheggio tra Prato della Valle e le mura continuerà ad esistere e ad intensificare il traffico e l’aria inquinata.

Giusta la revoca, alla fine del 2015, del cosiddetto “Piano Crotti”, cioè del Piano Particolareggiato dell’area che comprende l’ex Foro Boario, il Velodromo Monti e lo Stadio Appiani, definita come “Sistema del Prato della Valle”.

Il Piano, elaborato dall’architetto milanese Sergio Crotti e adottato nel 2009, prevedeva il restauro funzionale del frontone del Foro Boario, la costruzione di un nuovo edificio a servizi di 45.000 metri cubi e, tra i due fabbricati, una “agorà” coperta da una struttura in ferro e vetro, con un sottostante parcheggio sotterraneo di due piani da 650 posti auto.

Tuttavia il nuovo Piano Particolareggiato, adottato il 19 aprile, delude. Ci sarà il recupero funzionale del frontone dell’ex Foro Boario e degli impianti sportivi del Monti e dell’Appiani, ma il parcheggio a raso resterà per 45 anni a coprire gran parte dell’area scoperta (questo è il termine di utilizzo privato previsto dal Project Financing e poco cambia se sarà ridotto a 40 anni).

È questo il recupero del Sistema del Prato della Valle? Perché di Sistema si tratta!
La trasformazione degli spazi retrostanti l’ex Foro Boario incide infatti direttamente sul monumento cittadino rappresentato dal grande “Prato”. Ci si aspettava ben di meglio per il Prato!

Il recupero del frontone, di cui peraltro il nuovo Piano non garantisce la conservazione di tutti i portici passanti, dovrebbe favorire il prolungamento naturale della più grande piazza padovana verso la cinta bastionata.
Le destinazioni d’uso, poi, dovrebbero garantire quelle funzioni in grado di soddisfare le esigenze sociali e ricreative dei padovani e dei turisti. Ben altra cosa rispetto alle modeste attività commerciali previste.

Ma è soprattutto il parcheggio che svilisce il prezioso luogo. Abbiamo letto che il sindaco ha affermato che si tratterà di una vera e propria piazza. Ma è forse una piazza un parcheggio?
Un parcheggio che condizionerà per 45 anni la viabilità in uno degli ambienti più preziosi di Padova, aggravando l’inquinamento che ammorba l’aria e deteriora monumenti, e che impedirà il dialogo tra il Prato della Valle e lo spazio che dal frontone dell’ex Foro Boario raggiunge le mura cinquecentesche.

Meglio sarebbe stato (senza ripetere gli esiti del confronto pubblico che l’allora assessore Ivo Rossi aveva tenuto nel 2007 sul progetto Crotti) discutere con la popolazione le ipotesi di intervento prima della adozione del Piano al fine di indirizzare le scelte verso soluzioni per quanto possibile condivise.
Ma l’idea di far partecipare la comunità alle decisioni che riguardano i luoghi storici ed identitari della città sembra non appartenere agli attuali amministratori.

Se questa partecipazione ci fosse stata, forse si sarebbe salvata qualche scelta del Piano Crotti che era stata apprezzata; ad esempio, quella che riguardava la riapertura del canale Alicorno e la passeggiata aerea che scavalcando via Marghera raggiungeva i bastioni.
Per fare rivivere una città c’è bisogno di visioni, che sappiano però dialogare con il passato e con la storia della città.
Nel presente Piano non ci sono visioni e la storia antica di Padova è dimenticata.

Come sempre, ai cittadini non resta che cercare di migliorare il progetto presentando le osservazioni al Piano (dal 10 al 30 maggio).
Si tratta però di uno strumento che raramente è in grado di scalfire le scelte autoreferenziali dell’amministrazione, a meno che non inneschi una sollevazione popolare.
Ci proveremo.

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

 

4 thoughts on “Prato della Valle: il nuovo Piano non è all’altezza

  1. … la “storia antica di Padova” è anche quella sepolta sotto qualche metro di terra nella zona retrostante il fronte dell’ex foro boario: e neanche chi si è strenuamente opposto alla realizzazione del parcheggio sotterraneo ha la curiosità, la volontà, e l’intenzione di ritrovarla per poter studiare e scoprire l’evoluzione storica della città.

  2. La storia antica di Padova che sta sotto terra è stata oggetto di indagine da parte della Soprintendenza, che ha verificato che il parcheggio interrato (per fortuna uscito di scena) non andava ad interessare l’area sensibile. Poi tutto è finito lì, anche perché l’allora Ministro ai Beni Culturali, Galan, è riuscito ad intimidirla la Soprintendenza.

  3. Cosa mai resta da dire, da replicare? Il problema è sempre il medesimo: smuovere la coscienza civica dei cittadini padovani (per altro come quella del resto degli italiani) pare essere una fatica di Sisifo. Siamo destinati al soffocamento per gli scarichi dei mezzi di trasporto privati. Tutta la zona intorno al Prato, fino al Basanello, è un unico enorme parcheggio. Il traffico è esploso, incotrollabile. Insomma, un casino! Davvero geniale il camerata Grigoletto, splendide le iniziative di Bitonci e della sua amministrazione, ma per chiudere il cerchio e tornare al punto di partenza, la maggiorana dei padovani hanno votato per questi campioni.

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