Rivitalizziamo la civiltà dell’acqua: recuperiamo la “Comacina”

comacina_acqua_recupero_piovegoNei mesi scorsi la stampa cittadina ha enfatizzato la notizia del recupero nel canale Piovego di una vecchia imbarcazione da lavoro, in legno, modello “comacina”, affondata all’altezza del Ponte Ariosto (zona Stanga-Palazzi ex Alleanza), a valle in sinistra idraulica.

La Comacina era stata portata a Padova dal sottoscritto nel 2012, e inserita nella Associazione TVB – Traditional Venetian Boats, barche della tradizione veneta, costituita proprio per recuperare il patrimonio delle barche della tradizione veneta.

L’imbarcazione era stata individuata a Venezia, oramai in stato di abbandono. Era rimasto solo lo scafo, in legno, sufficiente per navigare come un tempo: a remi, con la pertica, con il favore della corrente (a seconda), con il vento, trainati dall’argine. Provare per credere.

Alla vigilia di ferragosto qualcuno ha pensato di appropriarsi della batteria che alimenta la pompa di sentina, per mantenere il fondo interno asciutto, giacché è normale che una vecchia barca di legno, in attesa di restauro, abbia qualche infiltrazione. Come conseguenza del furto, l’imbarcazione è affondata, rischiando inoltre di creare qualche problema alla navigazione. Valore batteria 40 euro, valore danni: qualche migliaia di euro.

L’operazione di recupero per molte persone è stato un evento curioso.

Qualcuno, superficialmente, non conoscendo i dettagli dell’operazione concordata con le autorità, si è lamentato per l’abbassamento temporaneo del livello del Piovego o l’impiego della Protezione civile.

Pochissimi hanno colto la portata storica dell’operazione: si è lavorato per recuperare, preservandone la memoria, una delle ultimissime imbarcazioni tipiche della tradizione del trasporto fluvio-lagunare in legno. Memoria storica che rischiava di scomparire, aggiungendosi alla lista di quelle sparite, come ad esempio le colleghe Adriana e Airone, barconi giacenti a pochi metri di distanza, in destra idraulica, di fianco al gasometro di via Corradi, affondate deliberatamente dopo gli ultimi trasporti di carbone.

Quella fu la fine della civiltà dell’acqua a Padova e dei barcari tradizionali, costretti a cambiare mestiere, con le conseguenze sull’organizzazione del trasporto merci via gomma che subiamo da anni. Ho voluto quindi a tutti i costi recuperare dall’acqua la Comacina, per dare un chiaro segnale di cambio di direzione.

A Padova si voga, si naviga, e c’è spazio anche per i recuperi ed i restauri, con il lavoro artigianale di antichi saperi, messi in pratica dai barcari moderni. Peraltro in Europa la barca tradizionale è valorizzata, come si fa da anni con le auto storiche, le moto d’epoca, ecc.

Il progetto “restauro Comacina” prevede anche la messa in funzione per consentire alle persone (gruppi, scuole, aziende, diversamente abili, ecc.) di praticare il fiume, come ai tempi del Burchiello. “Antichi Burchielli” è il riferimento dell’azione di recupero di barconi della tradizione, per escursioni anche di una settimana, dormendo a bordo, lungo il percorso dell’anello dei barcari, secondo i canoni del turismo lento e sostenibile, con una prospettiva di promozione mondiale.

Il tutto però se riusciremo a raccogliere 50.000 euro quest’anno, entro il 30 giugno, in modo da cantierizzare la Comacina ed inaugurare nel 2018 i primi viaggi. Sono aperte le sottoscrizioni, secondo le regole del moderno crowdfunding.

Mi appello ai lettori di Ecopolis.

Maurizio Ulliana, associazione TVB-Traditional Venetian Boats

Per informazioni dettagliate scrivere: Maurizio, email: traditionalvenetianboats@gmail.com.

 

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